Carissimi amici del Centro La Famiglia di Via della Pigna.
Il ricordo di p. Luciano (mai sopito) oggi si fa più intenso e il suo volto accogliente si fa strada tra le persone più care.
Migliaia di uomini e donne, di famiglie, hanno gioito del suo incontro, della sua parola e del suo abbraccio.
Le sue idee, innovative e contestate al suo tempo, oggi sono diventate patrimonio comune. I consulenti familiari uniti hanno visto aprirsi un campo di azione specifico, professionale e vasto. Ha seminato molto e tanti, e noi vorremmo essere tra questi, hanno raccolto e fatto fruttare quel seme. Nessuno si senta proprietario esclusivo di quella eredità ma nemmeno pensi di dividere o sminuire la bellezza di quei doni. Siamo al servizio e basta.
Ma alla radice del suo "fare" vi era un essere. Una fede che ha rinnovato fino al quella mattina del 26 febbraio.
Ve la ripropongo come p. Luciano l'ha scritta nel suo libro: Come una carezza".
Lascio la parola a lui. Questa è una delle sue testimonianze, che affido a ciascuno di voi e che uniti raccogliamo e portiamo avanti.
Vi abbraccio.
p. Alfredo Feretti
Meno con i grandi. Attraverso i miei studi (filosofia,teologia e psicologia) ho tentato di capire il cuore dell'uomo.
Nel frattempo ho cercato Dio, sempre presente nella mia vita. Ho anche tanto viaggiato per il mondo e soprattutto per l’Italia. Sempre alla ricerca di Lui. Mi è difficile dire come l'ho trovato, quando l'ho trovato o quando sono andato a sbattergli contro.
Sembrerebbe ovvio o facile per un prete. Ma non lo è! Forse tra i bimbi lebbrosi incontrati a Bombay. Forse negli occhi dei bimbi e delle donne di un villaggio in Malawi. Forse nell’ascolto di storie di sofferenza di drogati, ragazze madri, figli soli o maltrattati, coppie in crisi, eccetera. Forse, più semplicemente, nelle persone che ho tentato di amare e da cui sono stato sicuramente tanto amato.
Ho capito che quando si dice che Dio è dappertutto, ciò corrisponde a una grande verità. Si ,è veramente dappertutto, in ogni angolo di strada, in ogni cuore di uomo e di donna. E ti attende con pazienza. E tanta tenerezza. La sua presenza mi ha fatto impazzire di gioia.
Ricordo quel mio collega universitario, ateo e mangiapreti, che un giorno mi disse :”Non posso credere al vostro Dio”. “Perché?”, chiesi io. E lui mi rispose: “perché è un Dio intollerante e triste”. Alle mie rimostranze continuò: “Prova ad andare in chiesa e vedrai volti tristi e corrucciati; sentirai delle prediche piene di anatemi, di castighi”.
Angosciato provai a visitare chiese e a sentire prediche. Aveva ragione quel mio amico! Visitai chiese e vidi volti emaciati che si accostavano alla comunione compunti senza slancio, senza gioia. Ascoltai prediche e udii molto spesso parole di condanna, che potevano indurre alla disperazione. Allora mi dissi: cercherò il volto sorridente di Dio, predicherò il suo amore e la sua tenerezza. E ho visto occhi illuminarsi di gioia e cuori riaprirsi alla speranza.
Così ho cominciato a scoprire quel volto di speranza e di gioia, che è Dio. E sfogliando la Bibbia ho scoperto che quel mio amico si sbagliava. Non sono riuscito a comunicarglielo. Morì mentre mi trovavo per studi in Canada. Quando lo seppi visitai sua moglie, la quale mi riferì che mi aveva cercato. “Voglio quel pretino”. Ma non fu possibile. Ed è rimasta in me una ferita profonda e pruriginosa. Il mio collaboratore, Gigi Avanti ha tentato di risanarla, scrivendo nei suoi ricordi: “Chissà che ora quel mangiapreti, non lo stia proteggendo in qualche posto di una piccola parrocchia celeste…”.
Vorrei tanto crederci.
Ho sempre gli occhi aperti alle tante sofferenze di persone sole, abbandonate da amici, alle coppie in conflitto e incapaci di amare, ai tanti ragazzi o ragazze figli di genitori separati, alle persone emarginate, che hanno pensato che anche Dio le abbia abbandonate. A tutti coloro ho voluto dire: Vedete come Dio è sempre lì e vi aspetta. Lui sì rispetta la vostra volontà e non vi forza e non vi sbatte il Vangelo in testa. Attende solo un vostro cenno per potervi abbracciare e accarezzare>